domenica 20 aprile 2008

l'invito

Vi invito a fare colazione con la mia teca cranica, d’altronde si usava già nel medioevo mangiare le teste degli impiccati rossi di carnagione per curarsi l’anemia. Mangiatene in abbondanza, perché il sapore non dev’essere poi così disgustoso. Masticate tutto che io non mi dispaccio. Dopo la testa, se non vi è passata, né la fame, né la curiosità, né il bisogno dello scempio, vi metto a disposizione tutto il resto di me, dai pensieri fino alle budella, dall’occhio sinistro al tallone destro, dall’intestino crasso a tutte e dieci le dita delle mani, dalla giugulare fino al buco del sedere. Da un semplice e banale pensiero di questa mattina a tutto l’intero mio inconscio, compresi i sogni. Aprite senza indugio. Si racconta che alla carne umana, una volta assaggiata, non si può rinunciare. Per cortesia, scavate, strappate, spaccate, masticate a vostro piacimento, infierite senza problemi sui miei pudori e le mie dignità. Fatelo vi prego, perché ho sempre desiderato di essere stuprato e sbranato per sola e semplice curiosità, senza cattiveria, ma così, solamente per vedere come in realtà sono fatto.