Going: caimani di costantino liquori (Libro) in Narrativa

martedì 11 dicembre 2007

caimani di costantino liquori (Libro) in Narrativa

9 commenti:

Anonimo ha detto...: Complimenti. Se è una raccolta di quanto ho letto di te, varrà certamente i soldi spesi. Per ora, solamente in bocca al lupo :-); 14 dicembre 2007 alle ore 06:41
costantino liquori ha detto...: Ciao Daniela, grazie...crepi il lupo (però i lupi mi piacciono ); 14 dicembre 2007 alle ore 09:21
Anonimo ha detto...: Sono Linda
Ciao Costantino. Mi sono emozionata a vedere qui il mio link.
Grazie.

Questo tuo 'Caimani' somiglia ai racconti che ho letto di te, e quindi non può che essere un bel libro.
A rasentar deliri si finisce persino dentro le righe, risucchiati nel vortice potente dell'inchiostro.
Un nero vortice mostruoso.... :)
Mostruoso in senso di immenso!

un abbraccio e grazie.; 19 dicembre 2007 alle ore 15:19
costantino liquori ha detto...: Un abbraccio a te Linda, per quello che scrivi e per come lo scrivi :)
Costantino; 19 dicembre 2007 alle ore 23:24
Anonimo ha detto...: Ti volevo anche dire che ho letto (giorni fa) la bella presentazione in home page di tuo padre.
Mi ha colpito; che persona eccezionale. Ho sempre ammirato profondamente chi si mette al servizio dell'umanità in ogni settore.
La Ricerca forse è anche il campo più difficile ma di certo il più emozionante.

Ciao Delirio_di_Liquori!
(consentimi di scherzare)
Linda; 19 dicembre 2007 alle ore 23:58
costantino liquori ha detto...: Ti ringrazio Linda, sì, mio padre è sto veramente un personaggio eccezionale, da tutti i punti di vista :)
Costantino; 20 dicembre 2007 alle ore 02:49
Anonimo ha detto...: Detta così, fa ridere. Hai appena pubblicato un libro, ma....Costantino quand'è che scrivi qualcosa ? :)

parlo di scrivi.

ciao buon pomeriggio
Linda; 20 dicembre 2007 alle ore 06:53
costantino liquori ha detto...: Em...sto scrvendo giorno e notte, qualcosa arriverà :)); 20 dicembre 2007 alle ore 07:05
Anonimo ha detto...: buonagiornata, delirio di liquori.; 21 dicembre 2007 alle ore 03:46

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caimani

Quando il ritmo dell’altalena tra vero e bugiardo, tra ordine e disordine, ragione e non ragione, crudele e mansueto, diventa convulso, tutte le carte si mischiano in una ridda di mutazioni quasi a passo ridotto. Un chiaro scuro di contrasti che sulle prime impedisce di vedere e di capire: compassati compagni di scompartimento che d’improvviso si trasformano in sanguinari felini. Androni riposti della metropolitana che diventano contenitori di spettri dolci e terrificanti; opere pittoriche per nulla rassegnate che prendono a ricercare una loro nuova composizione; osceni cecchini slavi che ammazzano bene solo quando…Dicotomia che si può visualizzare in un eden brutale, a tratti percorso da barbagli stellari. Forse.

Notizie sull'autore

Costantino Liquori nasce a Roma il 23/02/52. Collabora a diverse sceneggiature cinematografiche. Realizza più di 60 documentari per la rete 3 della rai. Regista di studio dei seguenti programmi: “Tortuga”, “L’Altra Edicola”, “Parola di medico”, “Edicola medica”.
Pubblica il libro “Orango patata” con la casa editrice “Sottotraccia”.
Consulente della società Tecnark Italia per mostre ed eventi culturali, firma i seguenti progetti: “La gente Inuit”, “On the way” ( le invenzioni più importanti dell’uomo dalla nascita di cristo fino ad oggi), “Il Tevere e l’acqua sua”, “L’acqua e le sue storie”, “Capri fra 800 e 900”.

Dal 1997 si interessa alla fotografia e all’elaborazione digitale.
Nel 2002 ha esposto le sue fotografie:
“La stanza 17” presso la galleria “Officina Fotografica” a Milano
Nello spazio espositivo “Punto internet” a Firenze
“Linee di fuga” presso il centro culturale “La Fontana” a Trevignano Romano
Nel 2003,alla biennale di Quito in Ecuador
“Emicranie” nella galleria “Lettere caffè” a Roma
“Costruzione di una menzogna” presso la galleria “Officina fotografica” a Milano
Novembre 2008 Esposizione nella Mostra Collettiva “Il sapore delle Cose” nell’Ospedale dei Crociati a Molfetta (Bari)Novembre 2008 La Mostra “Aberrazioni” Presso CasaRita Show Food a Taranto

Attualmente vive in via Tommaso Silvestri 12 a Trevignano Romano, (Roma)

Mio padre

Alfonso Maria Liquori, un chimico romantico

Gli industriali, gli economisti e i politici sono tutti interessati ai discorsi fra scienziati e tecnici. Chi si interesserà ai discorsi fra scienziati e artisti? La passione. L’estetica. La voglia e il gusto di rispondere a domande fondamentali. L’ebbrezza di esercitare in pieno la propria, assoluta, libertà di ricerca. Alfonso Maria Liquori ha lavorato per tutta la seconda parte del XX secolo, ma deve essere stato uno scienziato d’altri tempi. È questo il primo profilo che riesco a tracciare dell’autore dopo aver letto tra le righe L’avventura scientifica, uno degli ultimi libri che il chimico fisico di origine napoletana e di formazione anglo-sassone ha dato alle stampe per i tipi della Sperling & Kupfer raccogliendo per temi una serie di articoli pubblicati negli ultimi 20 anni della sua vita su quotidiani e riviste. Dopo una seconda e una terza lettura delle opere divulgative e letterarie di Alfonso Maria Liquori, che mi servono per addentrarmi nella persona e anche nel personaggio di questa peculiare figura di chimico italiano, scopro che con la mia prima impressione ho avuto, insieme, torto e ragione. Vediamo perché.
Alfonso Maria Liquori si è laureato in chimica seguendo un corso di studi orientato sulla fisica. È poi volato a fare esperienza di ricerca sulla struttura della materia negli Stati Uniti e in Olanda. Ma soprattutto in Inghilterra, presso quella fucina di Nobel che John Bernal ha istituito a Cambridge, passando poi il testimone a Max Perutz, di recente scomparso. Infine Alfonso Maria Liquori è ritornato in Italia per organizzare la nuova chimica da Napoli a Bari, da Roma a Venezia. Una chimica che Liquori vuole emancipare dalla dittatura del filone petrolifero, per proporla come scienza delle sostanze naturali e come sapere d’interfaccia. In grado di collegare fisica e biologia e di dar vita a un nuovo modo (certo non vitalistico, ma neppure riduzionista) di affrontare lo studio dei sistemi viventi. Nei suoi scritti divulgativi troviamo i modi e le ragioni di quest’avventura che ha fatto di Alfonso Maria Liquori uno dei padri della chimica italiana. Un grande organizzatore in cui non si è mai esaurita la vena della curiosità del ricercatore. Come succede solo a pochi, grandi scienziati.
Ma, come dicevo, le sue opere divulgative, siano libri o articoli su quotidiani e riviste, non si esaurisce mai alla prima lettura, in una sorta di collage di idee sulla storia, sulla sociologia e sui progressi della scienza in generale e della chimica in particolare. Ad una seconda lettura la comunicazione al pubblico dei non esperti di Liquori non si rivela solo densa di idee, ma soprattutto densa di stimoli. Piccoli saggi di etica e di estetica della ricerca scientifica. Scritti spesso in forma non organica, ma sempre in maniera originale. Da questa miscellanea, a mio avviso, emerge il profilo forte e la vera proposta dell’autore.
Quella che Liquori ha sempre in mente e che pratica e che propone è una scienza romantica. Una passione, appunto. Più che una professione. Una Scienza con la S maiuscola. Cosa ben diversa e del tutto separata dalla tecnologia. Una Scienza senza finalità, se non quella purissima del conoscere. E senza responsabilità, che quelle competono alla tecnologia ed alle sue applicazioni. Insomma, una Scienza Libera. Come la musica.
No, non si fraintenda. Liquori ha chiara coscienza che quello dei ricercatori non è (sempre) un mondo idilliaco. Etereo. Essendo un mondo di passione è un mondo di conflitti umani e di umane contraddizioni non meno denso di altri settori della vita. Accadrà ancora che scoperte così fondamentali saranno affidate a personaggi così umanamente sprovveduti come Watson? Si chiede per esempio riferendosi alla struttura del DNA e ad uno dei suoi scopritori. Liquori sa bene che talvolta agli scienziati viene chiesto di assumersi precise e drammatiche responsabilità sociali. Come è accaduto ai fisici che parteciparono al Progetto Manhattan per la costruzione della bomba atomica. Ma a essere coinvolti in queste umane vicende è, caso mai, il tecnologo. Non lo scienziato. E tantomeno la Scienza. Chi si sognerebbe di accusare Beethoven e la sua musica perché a suonarla sono stati anche i nazisti? Si chiede. La tesi è discutibile, ma è chiara.
La scienza non può essere confusa con la tecnologia. Sostiene Liquori. Ma gli scienziati hanno comunque un dovere etico, anzi un imperativo categorico. Che si sviluppa in tre grandi filoni.
Primo, soddisfare la propria curiosità. Rispondere alle domande ultime. Senza lasciarsi chiudere nelle dannose gabbie degli specialismi. La conoscenza scientifica non ha soluzioni di continuità. Non prevede la separazione assoluta tra l’indagine fisica e quella chimica o biologica. Anzi, sono proprio le «intrusioni interdisciplinari» che consentono le scoperte fondamentali. E, sia detto per inciso, di «intrusioni interdisciplinari» la carriera scientifica di Liquori è stata piena.
Secondo, la scienza è una delle forme di conoscenza a disposizione dell’uomo. Forse la più efficace. E proprio per questo ha la necessità prima ancora che il dovere di sanare la rottura cartesiana con le altre forme, umanistiche, di conoscenza.
Terzo, lo scienziato ha il dovere di comunicare oltre che di fare scienza. Deve partecipare in prima persona al dibattito sulla scienza e alla divulgazione della scienza. Ed è così che puoi spiegarti come abbia fatto Alfonso Maria Liquori a muoversi con la medesima naturalezza e lo stesso entusiasmo tra teoria e sperimentazione, tra dibattiti filosofici e redazioni di giornali.
Uno scienziato d’altri tempi, dicevo. Ma anche uno scienziato eccezionalmente moderno. Perché, è vero, la scienza oggi è diventata un sistema molto sofisticato. E molto potente. Che muove grandi risorse e grandi interessi. Che tratta da pari a pari con gli altri sistemi dell’organizzazione sociale, l’economia e la politica. Insomma, che lascia pochi spazi all’immagine romantica che ne propone Liquori. Eppure il motore primo di questo sistema gigante, di questa big science, resta quello che muoveva la piccola scienza di Galileo e di Newton, di Lavoisier e di Boltzman: la curiosità dello scienziato. E il suo bisogno, drammatico, di soddisfarla. Se quel motore si spegne, è tutta qui la grande modernità dell’intuizione di Alfonso Maria Liquori, l’intero sistema è destinato ad atrofizzarsi. A crollare su se stesso.
Per questo è bene, certo, che i giovani leggano le opere di divulgazione di Alfonso Maria Liquori, non preoccupandosi se qui e là troveranno passaggi difficili. Ma è bene che a leggerlo, a coglierne gli stimoli e a riflettere siano anche i ricercatori. Giovani e meno giovani.

Pietro Greco
giornalista scientifico
grepie@metis.it

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caimani di costantino liquori (Libro) in Narrativa

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