lunedì 5 novembre 2007

rapporti sessuali con gli impressionisti


Io tentavo faticosamente di muovere la lingua di sonno trai denti e il palato. Un appiglio per quel giorno. Lei era già sinceramente in collera, aveva pugnalato già, si era vestita e svestita. Aveva già pascolato e rimuginato. Aveva appena rimproverato il solito calzino sporco spaiato e cubista, e abbaiato al cane.
Era già uscita e rientrata attraverso i muri, lasciandoli miracolosamente più bianchi e più intatti.
Io sbattevo violentemente la testa nel ben conosciuto e temuto spigolo, e tentavo di guardare come ci si può svegliare definitivamente.
Nel frattempo lei si era già studiata a tavolino tutte le strade e le scorciatoie possibili per raggiungere la chiesa. Tre cose aveva già scritto, delle quali una la considerava fin dal suo nascere marcia, superata e di un pessimismo non adatto al risveglio della mattina.
Io decidevo di non avere più rapporti sessuali, durante la notte, con gli impressionisti. Gia gli infiniti appuntamenti del suo volontario precariato galleggiavano sopra la testa del cane.
Io stavo pensando di lavarmi e l’inizio di altre cose.
Lei già l’aveva dipinto così, ma sicuramente con il gomito e il ginocchio più maestosi. Lo aveva fatto in un giorno bislacco, certamente da non ricordare.
Io meditavo un’informazione che non c’entrava col contesto. Il sapone dov’era?
L’orologio di lei non voleva morire, seguitava a testa bassa e in avanti. Già, prima di svegliarsi, lei aveva deciso che delle due sue, era valida e piacente solamente la gamba sinistra.
A me non restava altro che ricongiungermi nuovamente con il famigerato e pericolosissimo spigolo.
Il cane voleva uscire assolutamente e sia io che lei comunicammo a rotta di collo contro un nuovo spigolo sconosciuto, in un nulla di fatto lordo di sangue. Uno scempio piuttosto chiassoso.

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